venerdì 18 aprile 2014

Critica a "L'altra Europa di Tsipras"

Caro Marco parlo di Tspiras con fatica, ma se questo serve a distoglierti dal “fogno” ben venga.
Lui non se lo merita il post, ancora meno gli italiani che mettono nel nome di un partito quello di un greco favorevole all'Euro, ma tu si.
Post inevitabilmente lungo, ma è colpa tua.

Ecco la mia critica alle 10 vie alternative di ”L’altra Europa con Tsipras”:

1 - Siamo la sola forza alternativa perché non crediamo sia possibile pensare l’economia e l’Europa democraticamente unita «in successione»: prima si mettono a posto i conti e si fanno le riforme strutturali, poi ci si batte per un’Europa più solidale e diversa. Le due cose vanno insieme. Operare «in successione» riproduce ad infinitum il vizio mortale dell’Euro: prima si fa la moneta, poi per forza di cose verrà l’Europa politica solidale. È dimostrato che questa “forza delle cose” non c’è. Status quo significa che s’impone lo Stato più forte.

Già da questo primo punto, cari syrizani vi ci vorrebbe la psicoterapia per uscirne.
Ecco che diceva Padoa Schioppa nel 1999: “L’Europa non nasce da un movimento democratico e, per definizione, è un processo che deve essere guidato da una oligarchia”.
Ecco che diceva Prodi nel 2001 al Financial Times: “Un giorno ci sarà una crisi e saremo obbligati ad introdurre nuovi strumenti politici, oggi non proponibili”.
Non è stata pensata nessuna “successione”, ce lo hanno detto loro, si è fatto l’Euro perché solo così poteva realizzarsi il disegno politico oligarchico. Non ci credi?
Prodi: “La Germania è di gran lunga il Paese più potente e più forte d’Europa grazie all’Euro”
Lo Status quo è il progetto dittatoriale realizzato.

2 - Siamo la sola forza alternativa perché crediamo che solo un’Europa federale sia la via aurea, nella globalizzazione. Se l’edificheremo, Grecia o Italia diverranno simili a quello che è la California per gli Usa. Nessuno parlerebbe di uscita della California dal dollaro: le strutture federali e un comune bilancio tengono gli Stati insieme e non colpevolizzano i più deboli. In un’Europa federata, quindi multietnica, l’isola di Lampedusa è una porta, non una ghigliottina.

Qui inizia il delirio.
Europa federale?????? Grecia e California? Che fantasia….Una federazione di Stati prevede in ordine sparso unità politica, unità fiscale ergo trasferimenti da zone più ricche a zone meno ricche (come ha funzionato nord-sud in Italia?), mercato del lavoro armonizzato ergo libera mobilità dei lavoratori, unità culturale ergo, almeno per iniziare l’utilizzo di una lingua comune (paradosso: tutti pensano all’inglese, lingua di uno Stato sovrano che non è nell’€zona e che vorrebbe uscire dalla UE).
Su tutto questo, gli Stati più forti, Germania e Francia, hanno detto più volte "Nein".

3 - Siamo la sola forza alternativa perché non pensiamo che prioritaria ed esclusiva sia la difesa dell’«interesse nazionale»: si tratta di individuare quale sia l’interesse di tutti i cittadini europei. Se salta un anello, tutta la catena salta.

Delirium tremens.
Quindi esisterebbe un interesse sovranazionale da difendere, quello dei cittadini europei. Mi domando l’interesse di un turco è uguale a quello di un francese, quello di un greco è uguale a quello di un tedesco? La risposta è no, non può esistere un interesse economico sovranazionale che possa soddisfare, ponderare e armonizzare gli interessi di tutti gli Stati membri. La UE non è un' Area Valutaria Ottimale. La pace è l’unica cosa che si è ottenuto dal dopoguerra ad oggi, la stessa che questa UE con l’Euro sta facendo venire meno.

4 - Siamo la sola forza alternativa perché non siamo un movimento minoritario di protesta, ma avanziamo proposte precise, rapide. Proponiamo una Conferenza sul debito che ricalchi quanto deciso nel 1953 sulla Germania, cui vennero condonati i debiti di guerra. L’accordo cui si potrebbe giungere è l’europeizzazione della parte dei debiti che eccede il fisiologico 60 per cento del pil. E proponiamo un piano Marshall per l’Europa, che avvii una riconversione produttiva, ecologicamente sostenibile e ad alto impatto sull’occupazione, finanziato dalle tasse sulle transazioni finanziarie e l’emissione di anidride carbonica, oltre che da project bond e eurobond.

Qui viene fuori la malafede.
L’ERF (European Redemption Fund) è lo strumento per l’europeizzazione dei debiti con emissione di bond europei super garantiti. Peccato che è uno strumento di ricatto, un ladrocinio anticostituzionale.
Questo punto sostiene e condivide la politica dell’oligarchia europea.

5 - Siamo la sola forza alternativa perché esigiamo non soltanto l’abbandono delle politiche di austerità, ma la modifica dei trattati che le hanno rese possibili. Tra i primi: l’abolizione e la ridiscussione a fondo del Fiscal Compact, che promette al nostro e ad altri Paesi una o due generazioni di intollerabile povertà, e la distruzione dello Stato sociale. Promuoviamo un’Iniziativa Cittadina (art. 11 del Trattato sull’Unione europea) con l’obbiettivo di una sua radicale messa in discussione. Chiederemo inoltre al Parlamento Europeo un’indagine conoscitiva e giuridica sulle responsabilità della Commissione, della Bce e del Fmi nell’imporre un’austerità che ha gravemente danneggiato milioni di cittadini europei.

Qui si fa demagogia.
Della serie andiamo in Europa a battere i pugni sul tavolo. Il tavolo non c’è. Perché si attua l’austerity? E’ una domanda semplice e la risposta non è che i trattati l’hanno resa possibile. La risposta è che l’€ prevede le compensazioni tra banche, sistema Target2, per il quale i debiti privati (l’origine della crisi è di debito privato) si trasformano in debiti pubblici e le banche creditrici (tedesche) esigono il rientro dei crediti imponendo politiche ai Paesi debitori. La simmetria economica, e il buon senso, ci suggeriscono che se c’è un irresponsabile debitore ci deve essere stato un incauto creditore altrettanto irresponsabile.

6 – Siamo la sola forza alternativa perché non ci limitiamo a condannare gli scandali della disoccupazione e del precariato, ma proponiamo un Piano Europeo per l’Occupazione (PEO) il quale stanzi almeno 100 miliardi l’anno per 10 anni per dare occupazione ad almeno 5-6 milioni di disoccupati o inoccupati (1 milione in Italia): tanti quanti hanno perso il lavoro dall’inizio della crisi. Il PEO dovrà dare la priorità a interventi che non siano in contrasto con gli equilibri ambientali come le molte Grandi Opere che devastano il territorio e che creano poca occupazione, ad esempio il TAV Torino-Lione e le trivellazioni nel Mediterraneo e nelle aree protette. Dovrà agevolare la transizione verso consumi drasticamente ridotti di combustibili fossili; la creazione di un’agricoltura biologica; il riassetto idrogeologico dei territori; la valorizzazione non speculativa del nostro patrimonio artistico; il potenziamento dell’istruzione e della ricerca.

L’esaltazione della cosmesi: stimolare il lavoro esaltando l’ambiente, ma non funziona.
La crisi del lavoro nei PIIGS è la conseguenza della crisi di domanda interna, l’involuzione della domanda interna dipende dal fatto che le persone preferiscono acquistare un bene succedaneo estero a un prezzo più basso rispetto al bene italiano. Il bene importato ha un prezzo più basso perché la moneta che abbiamo è sopravvalutata rispetto al reale valore della nostra economia, è cioè una moneta sbagliata. Se si immettono soldi nel ciclo del reddito con l’intenzione di creare lavoro e se la moneta continua ad essere sbagliata, si continuerà ad acquistare beni esteri più convenienti, rilanciando il debito estero.
Non si risolve nulla.

7 – Siamo la sola forza alternativa perché riteniamo un pericolo l’impegno del governo di concludere presto l’accordo sul Partenariato Transatlantico per il Commercio e l'Investimento (Ttip). Condotto segretamente, senza controlli democratici, il negoziato è in mano alle multinazionali, il cui scopo è far prevalere i propri interessi su quelli collettivi dei cittadini. Il welfare è sotto attacco. Acqua, elettricità, educazione, salute saranno esposte alla libera concorrenza, in barba ai referendum cittadini e a tante lotte sui “beni comuni”. La battaglia contro la produzione degli OGM, quella che penalizza le imprese inquinanti o impone l’etichettatura dei cibi, la tassa sulle transazioni finanziarie e sull’emissione di anidride carbonica sono minacciate. La nostra lotta contro la corruzione e le mafie è ingrediente essenziale di questa resistenza alla commistione mondializzata fra libero commercio, violazione delle regole, abolizione dei controlli democratici sui territori.

Al lupo, al lupo!!
TTIP, OGM, Mafia, corruzione, pericolo democrazia, allarme ambiente, minaccia al welfare, la finanza speculativa, l’inquinamento in un solo punto.
Comunicazione spicciola per ebeti. Temi importanti meritano attenti approfondimenti, dove sono? Chi li fa’ la Spinelli?
Diego Fusaro: In poche parole, la Spinelli e Tsipras vogliono democrazia, giustizia sociale e libertà dei popoli e, insieme, vogliono mantenere ciò che le rende impossibili, appunto l’odierno dispositivo eurocratico.
Come giustamente ha rilevato Alberto Bagnai, la funzione della moneta unica non è servire i popoli, ma asservirli, rinsaldando il potere dell’oligarchia finanziaria e del grande capitale europeo, cifra macabra di un’Europa finanziaria in cui i popoli e le nazioni non contano più nulla né come soggetto politico, né come soggetto sociale. Se non si abbandona la dittatura della moneta unica, se non si riconquista la sovranità democratica dei popoli e delle nazioni, ogni tentativo di perseguimento della giustizia sociale è inevitabilmente votato allo scacco.
Il progetto eurocratico si rivela organico alla dinamica post-1989 a) di destrutturazione degli Stati nazionali come centri politici autonomi (con annesso disciplinamento dell’economico da parte del politico) e b) di “spoliticizzazione” (Carl Schmitt) integrale dell’economia, trasfigurata in nuovo Assoluto. Dal Trattato di Maastricht (1993) a quello di Lisbona (2007), la creazione del regime eurocratico ha provveduto a esautorare l’egemonia del politico, aprendo la strada all’irresistibile ciclo delle privatizzazioni e dei tagli alla spesa pubblica, della precarizzazione forzata del lavoro e della riduzione sempre più netta dei diritti sociali. Spinelli e Tsipras vorrebbero rimuovere gli effetti lasciando però le cause. Il che, evidentemente, non è possibile.
Finché si permane sul terreno dell’odierna Europa spoliticizzata, non v’è spazio per manovre contro l’austerità e in difesa dei popoli oggi oppressi. Finché non si rimuove la causa dell’ingiustizia, non è possibile sopprimere neppure i suoi effetti. Quando lo capiranno la Spinelli e Tsipras? Quando capiranno che l’Europa dell’euro e del primato assoluto della finanza è esattamente ciò che impedisce e sempre impedirà la realizzazione dell’unione pacifica dei popoli, rispettosi delle differenze e delle tradizioni, delle lingue e delle culture, del valore assoluto degli individui inseriti nelle loro comunità di appartenenza? Quando capiranno quello che già a suo tempo aveva capito Ernst Bloch (cfr. Eredità del nostro tempo), ossia il fatto che l’idea di nazione e di sovranità non è di destra (forse che le grandi rivoluzioni comuniste non sono sorte nel Novecento da questioni nazionali?), ma lo diventa quando la sinistra la abbandona alle destre stesse?

8 - Siamo la sola forza alternativa perché vogliamo cambiare non solo gli equilibri fra istituzioni europee ma la loro natura. I vertici dei capi di Stato o di governo sono un cancro dell’Unione, e proponiamo che il Parlamento europeo diventi un’istituzione davvero democratica: che legiferi, che nomini la Commissione e il suo Presidente, e imponga tasse europee in sostituzione di quelle nazionali. Vogliamo un Parlamento costituente, capace di dare ai cittadini dell’Unione una Carta che cominci, come la Costituzione statunitense, con le parole «We, the people....». Non con la firma di 28 re azzoppati e prepotenti, che addossano alla burocrazia di Bruxelles colpe di cui sono i primi responsabili.

Questa poi……
L’UE non nasce per unire i popoli ma per soggiogarli. Ripeto, ecco che diceva Padoa Schioppa nel 1999: “L’Europa non nasce da un movimento democratico e, per definizione, è un processo che deve essere guidato da una oligarchia”.
La UE è “cosa loro”, che ci fanno della democrazia?
Un ripassino al calcio in culo alla curva di Phillips ovvero all’ossimoro dell’articolo 3 del TUE?
…..L’UE si pone diversi obiettivi fra i quali lo sviluppo sostenibile dell’Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un’economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale……..
Vogliamo parlare dell’anticostituzionalità di tutti i trattati da Maastricht in poi?
Povera Costituzione artt. 1, 3, 4, 9, 11, 36, 47, 139, 81 violentato….e altri…….. Poveri noi…..

9 - Siamo la sola forza alternativa a proposito dell’euro. Pur essendo critici radicali della sua gestione, e degli scarsi poteri di una Banca centrale cui viene proibito di essere prestatrice di ultima istanza, siamo contrari all’uscita dall’euro e non la riteniamo indolore. Uscire dall’euro è pericoloso economicamente (aumento del debito, dell’inflazione, dei costi delle importazioni, della povertà), e non restituirebbe ai paesi il governo della moneta, ma ci renderebbe più che mai dipendenti da mercati incontrollati, dalla potenza Usa o dal marco tedesco. Soprattutto segnerebbe una ricaduta nei nazionalismi autarchici, e in sovranità fasulle. Noi siamo per un’Europa politica e democratica che faccia argine ai mercati, alla potenza Usa, e alle le nostre stesse tentazioni nazionaliste e xenofobe. Una moneta «senza Stato» è un controsenso politico, prima che economico.

Dichiarazione di malafede.
A chiacchiere si mette in discussione l’istituzione UE ma non si rileva strategica l’eliminazione dell’€, strumento con cui si è portato a compimento il progetto oligarchico di cancellazione degli Stati sovrani, gli unici capaci di limitare la libera circolazione del capitale e i relativi danni.
Costas Lapavitsas dice: ”… non discutere l’€…..  è esattamente quello che vuole la classe dirigente europea. Perché Syriza dice: "Noi stiamo nell'euro in qualsiasi maniera, succeda quel che succeda, e inoltre saremo radicali". Però la classe dirigente sa che questa opzione è impossibile…”.
L'idea che si possa essere "radicali", ma rimanendo dentro l'euro ad ogni costo, è pari ad una cosciente enunciazione di propaganda, nella più che probabile consapevolezza che ciò sia non solo uno specchietto elettorale per le allodole, ma, peggio, che ciò costituisca un passaggio non trascurabile della strategia von Hayek di instaurazione della Grande Società (a conduzione elitaria germanica).
Eppure Tspiras è greco……

10 – Siamo la sola forza alternativa perché la nostra è l’Europa della Resistenza: contro il ritorno dei nazionalismi, le Costituzioni calpestate, i Parlamenti svuotati, i capi plebiscitati da popoli visti come massa amorfa, non come cittadini consapevoli. Dicono che la pace in Europa è oggi un fatto acquisito. Non è vero. Le politiche di austerità hanno diviso non solo gli Stati ma anche i popoli, e quella che viviamo è una sorta di guerra civile dentro un’Unione che secerne di nuovo partiti fascistoidi come Alba Dorata in Grecia, Jobbik in Ungheria, Fronte Nazionale in Francia, Lega in Italia. All’esterno, poi, siamo impegnati in guerre decise dalla potenza Usa: guerre di cui gli Stati dell’Unione non discutono mai perché vi partecipano servilmente, senz’alcun progetto di disarmo, refrattari a ogni politica estera e di difesa comune (il costo della non-Europa in campo militare ammonta a 120 miliardi di euro annui). Perfino ai confini orientali dell’Unione sono gli Stati Uniti a decidere quale ordine debba regnare.

Cosmesi di livello superiore, parola chiave “Resistenza”.
A chi dobbiamo resistere ai nazionalismi? Mah.....
Quindi questa UE ha fatto disastri, però l’€ va bene, ma attenzione il pericolo è il ritorno dei nazionalismi.
La logica degli idioti, perdonatemi la franchezza.

Qui e nuce nuculeum esse volt, frangit nucem (Tito Maccio Plauto)

Interdum putridum est (Valerio D. B.)


Addendum del 18/04/14 ore 9,10:
Caro Marco tu mi dici "Quando parli di psicoterapia, di deliro, delirium tremens, Comunicazione spicciola per ebeti, logica degli idioti io mi sento offeso....".
Io mi sento offeso quando un partito scrive queste castronerie prive di logica, per me una chiarissima presa per i fondelli, sono molto amareggiato quando trovo qualcuno che ci crede.
Mi pare tuttavia evidente che i miei commenti sono indirizzati a chi ha architettato questa lista civetta, se così non pare mi spiace.
Poi chi ci vuole credere faccia pure, spegnere la logica e aprirsi ai sogni è una scelta.
Anche io mi apro a un vano sogno: "salus populi suprema lex esto".
Precisazioni:
L’euro è utilizzato da 18 dei 28 Stati membri dell’Unione Europea, da 18 dei 41 Stati europei.
L’euro non è utilizzato da 10 dei 28 Stati membri dell’Unione Europea e da 23 dei 41 Stati europei.
Sono membri dell’Unione Europea 28 dei 41 Stati europei.

Non sono membri dell’Unione europea 13 dei 41 Stati europei.

Conti fatti trascurando la Città del Vaticano, San Marino, Andorra e Principato di Monaco.
L’euro non è l’Europa.
L’euro non è l’Unione Europea.
L'Unione Europea non è l'Europa.

C'è un entità monetaria, l'€, che non è la moneta unica della UE; che c'è un'entità socio-politica (poco socio e pochissimo politica), la UE, che non corrisponde a una identità geografica, quindi fisica, cioè l'Europa.

Piccola sintesi del mio pensiero:
SONO EUROPEISTA E CONTRO L'EURO.
CHI NON RICONOSCE LA RATIO DEL PROBLEMA E LO STRUMENTO UTILIZZATO PER ATTUARE TALE DISEGNO E' CONTRO I POPOLI EUROPEI.
TSIPRAS NON LI RICONOSCE, E' CONTRO I POPOLI E PRO OLIGARCHIA.

Alla via così


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