sabato 30 agosto 2014

Il pensiero unico nell'economia

A circa un anno dalla scomparsa del compianto avvocato ed economista Nando Ioppolo, pubblico una sua intervista semplice e divulgativa sulla maliziosa costruzione del pensiero unico in economia: il pensiero liberista, costruzione assiomatica apparentemente corretta ma basata su concetti totalmente errati, come sosteneva lo stesso Franklin Delano Roosevelt 73 anni fa.........




(P.S.: nel video si parla di agenda Monti perché coeva all'intervista, ai più attenti non sfugge che l'agenda Monti è uguale a quella Letta e uguale a quella Renzi, il pensiero che le sovrintende è il medesimo, quello liberista o, meglio ancora, quello ordoliberista)

giovedì 21 agosto 2014

Da DC e MSI al PD. Dalle stragi a oggi. Il filo rosso: Neocon USA e Mossad

Dal blog ilcappellopensatore.it pubblico questo post molto interessante che può aiutare a ricostruire la genesi della Repubblica Italiana e cercare di comprenderne il presente per ipotizzarne il futuro. Un po' filo-5stelle ma ottimo nei contenuti.......



C’è una lunga intervista a Giovanni Pellegrino (Presidente della commissione Parlamentare Stragi dal 1994 al 2001) pubblicata nel 2000: “Segreto di Stato” – Ed. “Gli struzzi”.

Quanto segue quindi, è frutto delle affermazioni di Pellegrino.
Nei casi in cui la fonte è altra, verrà specificatamente segnalata.
Ciò che può sembrare intreccio di fantascienza complottistica, è solo il frutto di un lavoro certosino fatto dalla Commissione Parlamentare Stragi.
Teniamolo sempre a mente, anche quando sembra di precipitare nelle allucinazioni ansiogene.
Partendo da un riassunto delle stragi e degli attori, mi riferisco a oggi.
Alla condizione di un Paese (l’Italia) sottomesso agli ambienti della destra repubblicana USA.
L’Italia oggi è nelle stesse identiche condizioni degli anni 70 e la scomparsa della sinistra italiana storica, rende il PD erede non solo della DC, ma anche del MSI.
Come per le referenze di Federica Mogherini (“Chiedete a Kerry”, cit. Renzi), per sapere cosa sia il PD oggi si potrebbe rispondere: “Chiedete a Ledeen”.

Vediamo perché.

Pellegrino parte da una premessa che, forse ancora oggi, sfugge ai più:

“L’Italia NON è un Paese normale e NON ha una democrazia normale”.

A partire dal trattato di Yalta, all’Italia è stato affidato il ruolo di “Marca di frontiera”.
L’estrema propaggine dell’Impero dell’Ovest che confina con l’Impero dell’EST.
E non solo, è anche il “punto di confine” fra Nord e Sud, nel Mediterraneo.
L’Italia, quindi, esce dal trattato di Yalta come “Stato a sovranità limitata”.
Una specie di portaerei NATO nel mar Mediterraneo.
A questo si aggiunga una spaccatura verticale interna determinata dal post fascismo e post resistenza.
Gli italiani si dividevano in Anticomunisti e Antifascisti.
E gli anticomunisti a loro volta, in anticomunisti “bianchi” e anticomunisti neri.
Questa ulteriore differenziazione era determinata dalla presenza dello Stato Vaticano all’interno del territorio italiano.
Per il sen. Pellegrino, quindi, TUTTI i fatti eclatanti che accadono in Italia devono essere traguardati attraverso le lenti dei fatti internazionali e della nostra stessa storia.
Specificatamente in Italia si fronteggiavano due “Gladio”.
Gladio (o “Gladio bianca”) e “Gladio Rossa”.
Entrambe queste strutture, però, erano costituite solo dai vertici di coordinamento militare e da un livello superiore (ed estero) di “regia”.
La loro base poggiava sulle varie strutture paramilitari di destra-centro (Gladio) e di sinistra (Gladio Rossa).
Facevano, quindi, capo a Gladio strutture come la “Brigata Osoppo”, “MAR”, ma anche “Ordine Nuovo” e “Avanguardia Nazionale”.Pian piano, le strutture “bianche” si rivelano “inadeguate” e si sciolsero o confluirono nelle strutture più radicali e militariste di Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale.
Queste erano in stretto legame con il SID che garantiva, da un lato la copertura del legame fra queste strutture di estrema destra e Gladio, dall’altro lato, con il segreto militare, il fatto che queste stesse strutture fossero parte integrante della struttura militare della NATO.
Orlando (braccio destro di Fumagalli, il “capo” del MAR) dirà alla Commissione:

"La struttura di cui parlo faceva capo agli americani che davano gli ordini mentre i carabinieri provvedevano al coordinamento".

Pellegrino, poi, tiene a precisare che quando parla di USA, di NATO, di CIA si riferisce, in effetti, a gruppi di potere USA. A cellule della destra radicale americana:

"Insomma, non credo che a livello del governo degli Stati Uniti si sia deciso di appoggiare le spinte golpiste o para-golpiste italiane.
Diverso è pensare che o circoli della destra radicale americana o singoli settori degli apparati di forza americani abbiano potuto assumere determinate iniziative".

Pellegrino, infatti, fa un preciso riferimento a un gruppo particolarmente potente che orbitava attorno all’Università Georgetown di Washington (da questo momento, quindi, sostituirò CIA, NATO e USA con “destra repubblicana USA” o “Gruppo di Georgetown“):

"Il CSIS, un centro che ha influenzato fortemente le politiche mondiali, di cui facevano parte uomini come Alexander Haig, Henry Kissinger, Michael Ledeen, Claire Sterling, e alcuni ex capi della Cia. In proposito, mi sono sembrate molto interessanti le risposte che ci hanno dato Stefano Silvestri, esperto di strategie internazionali. Quando è venuto in Commissione, alla domanda se anche lui ritenesse che la P2 fosse il rifugio dell’oltranzismo atlantico, lui rispose affermativamente. E aggiunse che, secondo lui, persone come Gelli erano certamente collegate a circoli americani, però, per l’appunto, a circoli tipo quello di Georgetown. Insomma, la destra repubblicana americana".

Ecco che già alcuni nomi cui Pellegrino attribuisce forte influenza nelle politiche mondiali sono particolarmente attuali: Henry Kissinger (Napolitano è “il mio comunista preferito”), Michael Ledeen (molto amico di Matteo Renzi e che ha avuto “rapporti molto stretti” con Luigi Zanda) e Claire Sterling. (Vedi immagine, da un carteggio sequestrato a casa di Claire Sterling in occasione delle indagini sul tentato omicidio di Papa Giovanni Paolo II - fonte).


Ecco che a Ledeen viene associato pure Luigi Zanda (attuale capogruppo PD al Senato). Attraverso Squillante, inoltre, abbiamo anche altro riscontro del legame “al vertice” fra la P2 e un particolare gruppo americano. Lo vedremo dopo, quando ne accenna pure Pellegrino: il “Gruppo di Georgetown”.

Ecco, quindi, anche riapparire pure il fantasma della P2.
Ma riprendiamo il filo del discorso.
Gladio Rossa contava su “Lotta continua”, “Potere operaio” e “Brigate rosse” (quest’ultima, fino all’arresto di Curcio).
Ora, Gladio Rossa, con la svolta parlamentare del PCI, l’isolamento di Secchia e, sopratutto, la morte di Feltrinelli, di fatto si dissolse, per confluire nelle Brigate Rosse.
La “ratio” ideologica dei vertici delle Brigate Rosse permarrà fino a che Curcio e Franceschini non vengono arrestati.
In realtà la retata avrebbe dovuto interessare anche quello che poi sarà il nuovo capo delle BR, Moretti, ma una telefonata dal Viminale lo ha avvisato del piano. Moretti non ha allertato i compagni e sfugge da solo alla retata divenendo il capo delle Brigate Rosse. Di Moretti, anzi, sparirono pure le foto scattate negli incontri con l’infiltrato Silvano Girotto (“Frate Mitra”), grazie al quale venne tesa l’imboscata che portò all’arresto dei soli Curcio e Franceschini.
Da quel momento, la connotazione ideologica di sinistra verrà utilizzata solo per “fomentare i militanti”.
I vertici delle strutture “eversive” e “sovversive” erano, quindi, TUTTI (sia quelli di destra sia quelli di sinistra) sotto il controllo degli ambienti della destra repubblicana USA e del MOSSAD (servizi segreti israeliani).

Pellegrino afferma questo sulla base delle dichiarazioni convergenti del Giudice Arcai e del Generale Delfino, ma anche di altri riscontri documentali che fanno affermare a Pellegrino:

"Ho già detto che nei primi anni Settanta il Mossad contattò le Brigate rosse attraverso un esponente socialista milanese. In quell’occasione, il Servizio israeliano offrì appoggi senza alcuna contropartita, bastava che le Br esistessero".

A dispetto della componente ideologica della base, quindi, le Brigate Rosse dovevano continuare ad esistere in quanto funzionali al Mossad.
Stanti così le cose, ci si chiederà come mai non ci fosse la pax assoluta.
Se sia Brigate Rosse, sia le strutture paramilitari di Gladio erano sotto il controllo degli ambienti della destra repubblicana USA e del MOSSAD, se entrambe le parti – per il tramite della P2 – godevano della copertura degli stessi Servizi Segreti, perché le stragi continuarono?
E qui, secondo Pellegrino, si dovrebbe guardare un po più lontano.
Mossad e destra repubblicana USA erano già riusciti a instaurare – in Grecia, Spagna e Portogallo – regimi fascisti.
Le stragi fino al 1969, quindi, dovevano servire affinché, nel dicembre del 1969, Mariano Rumor dichiarasse lo “Stato di Emergenza” che ne consentisse l’instaurazione anche in Italia.
Rumor, però, non dichiarò lo Stato di Emergenza. Il “Golpe Borghese” della notte dell’Immacolata 1970 fu l’ultimo tentativo. Anche quello andato a vuoto.
Da notare che già dagli anni 60 la P2 di Gelli era molto attiva.
Con la sua rete di iscritti sopratutto nelle forze armate e nei servizi segreti, era nelle condizioni di garantire già tutta la copertura necessaria. 
La P2 costituiva il raccordo fra le istituzioni e le bande armate. L’una e le altre sotto lo stesso controllo della destra repubblicana USA e del Mossad.Sussistono documenti, infatti, secondo cui i medesimi Haig, Kissinger e Ledeen fossero iscritti alla P2 nel “Comitato di Montecarlo” (o “Superloggia”).
Quel “braccio” della P2 che si occupava di traffico internazionale di armi e al quale venne fatta risalire in modo diretto l’organizzazione della strage di Bologna.Gelli, quindi, era solo una sorta di Segretario, di coordinatore, della P2.
Le “menti” stavano altrove.

Domanda: "Gelli è stato descritto in mille cronache come un uomo potentissimo, che aveva in pugno l’Italia. Secondo Cossiga, invece, era soltanto, una specie di segretario amministrativo della P2, il cui vero leader politico sarebbe ancora nell’ombra. Tra le due ipotesi, qual è quella che secondo lei si avvicina di più alla realtà?"

Risposta Pellegrino: "La seconda, senza ombra di dubbio. Anch’io ho sempre pensato che Gelli fosse solo un esecutore. Naturalmente si dava molto da fare per valorizzare al massimo il suo ruolo, che non era di comando, però ugualmente strategico, attraverso il suo presenzialismo e sviluppando contatti con tutti quelli che poi hanno detto di averlo conosciuto assai poco".

Tornando alla nostra storia, la destabilizzazione creata con le stragi degli anni 60, però, indusse alla soluzione opposta a quella auspicata dal “gruppo di Georgetown” e dal Mossad.
I Partiti, avendo ormai mollato le frange estremiste si orientarono verso la “parlamentarizzazione della sinistra” e un clima di distensione.
Nel frattempo, tra l’altro, anche sul piano internazionale si avviavano altrettanti processi di distensione fra Kennedy e Krusciov.
Il 74 segna, così, una nuova recrudescenza della strategia della tensione per destabilizzare e riportare Stato e popolo al terrore dell’eversione di sinistra.
Le organizzazioni paramilitari di destra e di sinistra, senza più l’avallo dei partiti di riferimento, ma entrambe sotto il controllo degli ambienti della destra repubblicana USA e del Mossad e con la copertura P2 operarono a Milano, Brescia, Bologna
Nell’intervista si legge:

"Il depistaggio compiuto dai Servizi segreti e più in generale dagli apparati di sicurezza nei confronti della magistratura riguarda soprattutto i fatti che di sono verificati dal 1969 al 1974. I Servizi volevano impedire che i giudici scoprissero l’esistenza di Gladio, coperta dal segreto atlantico, e di quella vasta rete di organizzazioni paramilitari clandestine legate agli apparati. Dovevano difendere il segreto Nato, ma temevano anche che la magistratura scoprisse l’alleanza operativa tra queste organizzazioni clandestine e la destra fascista e, ai livelli più alti, le connivenze e le responsabilità politiche".

Quindi, se la base paramilitare delle Brigate Rosse mantenne l’ideologia di sinistra, non si accorse che le azioni erano, invece, funzionali alla destra fascista e da questa ispirate.
In buona sostanza, comunque, in tutte le stragi si assiste ad assoluzioni determinate da impressionante coacervo di depistaggi.
Il 1974 è un punto di svolta.
Il Giudice Mastelloni di Venezia indagava sull’incidente dell’aereo militare Argo 16 (precipitato a Marghera nel Novembre 73)

Per Mastelloni l’aereo fu sabotato dal Mossad per ritorsione contro il governo italiano che aveva rilasciato due palestinesi arrestati a Roma mentre tentavano di abbattere un aereo El Al.
Erano stati estradati in Libia proprio con Argo 16 e proprio con quell’equipaggio.
La Corte di Venezia dovette, dopo lustri di inchiesta assolvere dall’accusa di strage il vertice del servizio segreto israeliano, anche a causa della mancata costituzione di parte civile del Governo D’Alema.
Nel frattempo la situazione internazionale muta; l’esplodere dello scandalo Watergate indebolisce l’asse Nixon-Kissinger.
In Europa, forse per l’affievolirsi dell’appoggio fino ad allora goduto da parte del governo statunitense, si dissolsero, senza opporre resistenza, i due regimi portoghese e greco.
Sulla “storia” mi fermo qui.
Ho già accennato, tra l’altro, alle implicazioni internazionali (e sempre degli stessi personaggi: Kissinger, Ledeen & co.) nel caso dell’assassinio di Aldo Moro, determinato anch’esso dalla “contrarietà” della destra repubblicana USA e del Mossad all’ingresso del PCI al Governo con il compromesso storico di Aldo Moro.

Il “Caso Moro” è un esempio emblematico del funzionamento della nuova veste delle Brigate Rosse.
Azionando i “tasti giusti” si fece credere ai militanti che si stesse “processando” un “nemico del popolo”.

In effetti l’azione era funzionale alla politica di destra fascista del “Gruppo di Georgetown” per impedire che il PCI andasse al Governo

Facciamo adesso un salto nel tempo.

Cosa è cambiato in Italia?

La nostra posizione nello scacchiere internazionale è esattamente identica.
Anzi, sicuramente peggiorata per via del progressivo esaurimento delle riserve di carburante fossile.
Le destabilizzazioni ad EST (provocate a causa della dipendenza europea dal gas russo, su questo non c’è dubbio) ci portano ad essere nuovamente “Marca di Frontiera” dell’Impero OVEST.
Le “instabilità” (se così si può chiamare un massacro) fra Israele e Palestina ci mantengono “Marca di Frontiera” fra SUD e NORD (anche qui l’enorme giacimento di gas in territorio palestinese, il Leviatano, pare svolgere un ruolo nodale).
Gli interessi geopolitici del “Gruppo di Georgetown” e del Mossad, quindi, sono identici.

Gli interessi economici e militari della destra conservatrice e interventista USA in Italia sono sensibilmente incrementati.
Ad esempio, il MUOS: quattro installazioni in tutto il mondo.
Due in USA, uno in Australia e uno in Sicilia.
Le prime tre in zone desertiche, visto il danno fisico. In Italia, a sovranità limitata, ovunque la NATO scelga (se è dannoso alla salute, pazienza!).
Ma anche l’acquisto degli F35 (ormai gli unici ad acquistarli, considerato che prendono fuoco al decollo).
E l’orientamento verso lo Shale Gas USA deprimendo le energie alternative con le quali potremmo fornire l’intera Europa (vento e sole).
E la vendita di AerMacchi a Israele accelerando la consegna per consentire i bombardamenti di Gaza, mentre ci si astiene all’ONU sulle indagini circa la violazione dei diritti umani, e via discorrendo.
Il “nemico” è il Movimento 5 Stelle.
Troppo garantista delle regole.
Troppo attaccato alla sovranità popolare, troppo teso alla riacquisizione della dignità di Stato, troppo contro MUOS, contro le fonti fossili, contro la militarizzazione.
Troppo!!

Attenzione estrema, ragazzi. Il Giudice Clementina Forleo e la sua famiglia hanno rischiato sugli stessi interessi.

I fatti ci sono tutti. Continuiamo ad essere un Paese anomalo. Un Paese servo della NATO e solo apparentemente democratico.
Ad opera di chi? Ad opera degli stessi spettri del passato. Che tornano più corporei che mai.
Ad opera di quello stesso identico “gruppo di Georgetown“: Henry Kissinger, per il quale il presidente Giorgio Napolitano è “il mio comunista preferito” (corretto immediatamente da Napolitano con “ex comunista”. Ce ne eravamo accorti, Presidente).
E Renzi. Matteo Renzi con la sua rete di amicizie internazionali, Attraverso Marco Carrai. Davide Serra (con forti interessi in Israele e che porta in dote i legami con la Morgan Stanley), Marco Bernabè (sempre con Tel Aviv con il fondo Wadi Ventures e il padre, Franco, e le sue dorsali telefoniche Italia Israele), Yoram Gutgeld (israeliano e suo consulente economico. Porta in anche dote l’esperienza McKinsey di cui era socio anziano fino al marzo 2013).
Ma sopratutto, la figura più inquietante. La figura che si allunga dietro tutte le stragi, tutti i depistaggi che hanno attraversato l’Italia e non solo.
La figura che Martini (all’epoca capo del SISMI) definì “non gradito all’Italia”: MICHAEL LEDEEN!
Sdoganato da Berlusconi appena giunto al potere. Ledeen imperversò nelle sue televisioni sotto la forma di “commentatore politico internazionale”
Henry Kissinger e Michael Ledeen e le strutture israeliane sono di nuovo (e da sempre) i padroni della scena.
C’è chi dice che il PD è la nuova DC.
Il PD, in effetti, riassume tutto quello che era il mondo anticomunista.

Il PD, se gestisse bande armate, gestirebbe oggi Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale. Al massimo, Brigate Rosse post Curcio. Quelle di Moretti, l’agente Mossad.
Il PD ha ormai da tempo tradito le origini, ma con il binomio Renzi-Napolitano è diventato l’antitesi della storia della sinistra.

Non gestendo le bande armate (almeno spero), il PD è comunque l’erede non solo della DC, ma anche del MSI.

È l’erede di tutto quel fronte anticomunista che si asservì e asservì l’Italia alla destra conservatrice USA di Kissinger e Ledeen e del Mossad. Che ha proseguito con la DC, col PSDI, col PSI di Craxi e poi con Berlusconi.

È l’erede di tutto quel fronte “garante” della subalternità e della sottomissione dello Stato italiano agli interessi del “Gruppo di Georgetown” e del Mossad

Lo stesso Berlusconi adesso non vede più il pericolo comunista. Per la semplice ragione che, in effetti, non c’è più.

Per le referenze su Federica Mogherini, Renzi dice “Chiedete a John Kerry”.

È ovvio che si debba chiedere a referenti neocon americani.

La Mogherini è strumento integrato in questo meccanismo osceno.

Già ammessa agli incontri segreti con agenti USA sin dal 2006 (vedi: Nel 2006 la Mogherini compare nei cablo di Wikileaks. A che gioco gioca oggi?), il curriculum vero della Mogherini è tutto nella testa di Kerry, di Ledeen e di Kissinger.


Chi è il PD? Chiedete a Ledeen.

sabato 16 agosto 2014

EVASIONE E DEBITO by Goofynomics

Pubblico questo post del prof. Alberto Bagnai su Goofynomics, in cui si dimostra sarcasticamente ma soprattutto statisticamente, con diagramma scatter e retta di regressione, la NON dipendenza del debito pubblico dall'evasione fiscale. Buona lettura e occhio ai link.




...dunque: la colpa è degli evasori, che non pagando le tasse aggravano il deficit pubblico, e quindi ci hanno messo in crisi, perché la nostra è in effetti una crisi di debito pubblico, no?

No.

Per due motivi.

Primo, perché la nostra non è una crisi di debito pubblico, ma di debito privato, e questo non perché lo dicevo io tre anni fa, ma perché il vicepresidente della Bce l'ha detto l'anno scorso.

Secondo, perché non esiste alcuna relazione statistica significativa fra il livello medio di evasione di un paese, e il suo stock di debito pubblico. Se incrociate le stime sul livello medio di evasione prodotte da Bühn e Schneider (2012) con i dati sul rapporto debito/Pil alla fine del periodo da loro considerato (cioè nel 2010, disponibili qui), ottenete questo bel grafico (chi ha difficoltà a leggerlo può fare un ripasso qui):




(i paesi considerati sono i 38 paesi OCSE presi in considerazione da  Bühn e Schneider). L'evasione media ha un potere esplicativo praticamente nullo sul livello del debito, e anzi, a voler essere precisi, sembrerebbe quasi che all'aumentare dell'evasione (cioè spostandosi verso destra) il livello del debito mediamente scenda. Ma la relazione non è statisticamente significativa.

Quindi l'argomento populista tanto caro ai nostri giornalisti, quello secondo cui sono gli evasori che ci hanno messo in crisi, non funziona, perché l'evasione non sembra essere associata al livello del debito pubblico, e a sua volta il debito pubblico è conseguenza e non causa della crisi. Due non sequitur  in un solo argomento: cose che capitano quando si parla con la pancia alla pancia. Vi piacerebbe, vero, scatenare una bella guerra fra poveri, eh? Dalli all'untore! Impicca il barista che non rilascia lo scontrino (le banche, certo, non devono rilasciarlo...). Tutti appresso a un falso problema, in modo da lasciare in pace chi gestisce il vero problema...

Nice try, poveri giornalisti: a voi va sempre il nostro affettuoso pensiero...

Ah, caso mai voleste sapere cos'è che ci ha messo in crisi, vi do' un suggerimento. Comincia in effetti per "e", ma non finisce per "vasione". Finisce per "razza selvatica estinta di bovini della specie Bos taurus". Il disegnino non ve lo faccio: somiglia a voi!


(nota per quelli ai quali si rivolgeva Vivaldi: non ho detto che l'evasione sia bella e buona. Ho detto che va combattuta cominciando da chi evade di più - anche perché son pochi e si sa dove sono - e che in ogni caso con la crisi non ha nulla a che vedere, perché c'era prima della crisi, e ci sarà dopo di essa. E sapete perché? Perché fa comodo a chi comanda. Al barista? No, alle banche...)

mercoledì 13 agosto 2014

I talebani della moneta

Pubblico un post di Marco Mori, sintetico ed esplicativo, sul sistema europeo delle banche centrali:


Come funziona giuridicamente l’emissione monetaria nella nostra Europa? È molto semplice.
Il Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC), con al vertice BCE, detiene la sovranità monetaria: “3.1. Conformemente all’articolo 127, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, i compiti fondamentali assolti tramite il SEBC sono: definire e attuare la politica monetaria dell’Unione
Le banche centrali che compongono il SEBC sono a loro volta composte dalle banche commerciali private più importanti, le quali votando nel board determinano le politiche monetarie UE. La banca centrale europea è indipendente dalle nazioni dalle quali, in base ai Trattati, non può avere neppure consigli, ma dipende interamente dalle decisioni delle banche commerciali private.
Ma proseguiamo nella lettura delle norme.
Conformemente all’articolo 128, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, il consiglio direttivo ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote in euro all’interno dell’Unione. La BCE e le banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla BCE e dalle banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nell’Unione
In merito agli obiettivi delle politiche monetarie nel Trattato di Lisbona si legge: “Conformemente agli articoli 127, paragrafo 1 e 282, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, l’obiettivo principale del SEBC è il mantenimento della stabilità dei prezzi. Fatto salvo l’obiettivo della stabilità dei prezzi, esso sostiene le politiche economiche generali dell’Unione al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell’Unione definiti nell’articolo 3 del trattato sull’Unione europea. Il SEBC agisce in conformità del principio di un’economia di mercato aperta e in libera concorrenza, favorendo un’efficace allocazione delle risorse, e rispettando i principi di cui all’articolo 119 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea
Ora dunque è BCE che decide la quantità di moneta da immettere in circolazione, a propria totale ed insindacabile discrezione, avendo come obiettivo unicamente il controllo dei prezzi e dell’inflazione (dunque non già la piena occupazione ma questa è altra storia).
Ciò che davvero conta è che l’emissione monetaria non può avvenire in favore delle singole nazioni in quanto: “È vietata la concessione di scoperti di conto o di qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia, da parte della BCE o da parte delle banche centrali agli Stati Membri, a istituzioni o organi della Comunità, alle amministrazioni statali, agli enti regionali, locali o altri enti pubblici, ad altri organismi di diritto pubblico o a imprese pubbliche degli stati membri, così come l’acquisto diretto presso di essi di titoli di debito da parte della BCE o delle banche centrali nazionali”.
In sostanza tutta la moneta emessa nell’Unione Europea è ad appannaggio esclusivo delle banche commerciali e costituisce nella sua totalità una “moneta privata-debito”. Le nazioni si finanziano unicamente emettendo obbligazioni sui mercati dove le banche commerciali, spesso proprio quelle che votano le decisioni di BCE, ricomprano il debito con enormi profitti.
Viene da sé che, a qualsiasi persona in buona fede o sana di mente, questo sistema apparirà immediatamente demenziale posto che è chiaro che appunto, essendo tutta la moneta circolante un debito, lo stesso non sarà mai estinguibile e gonfierà anno dopo anno proprio il debito pubblico delle nazioni. Il debito aumenterà in misura direttamente proporzionale alla quantità di moneta emessa nel sistema, solo l’esproprio del risparmio privato potrebbe consentire saltuarie discese (non saranno mica le privatizzazioni?)
Ora, se la scusa di tutto questo è il controllo dell’inflazione, come codificato nei Trattati, occorre fare una riflessione semplicissima (peraltro un inflazione bassa a chi conviene se non a coloro i quali commerciano unicamente moneta e prodotti finanziari?).
Sulla base dei dati economici diffusi l’Italia è in deflazione. Ovvero va verso un tasso d’inflazione negativo (già presente in alcune città). Orbene, se l’obiettivo dichiarato di BCE è mantenere l’inflazione intorno al 2%, allora per quale motivo non stampiamo, almeno adesso, moneta esente da debito invece che imporre agli Stati politiche di austerità dal costo sociale immane? Questo potrebbe essere fatto almeno fino a quando l’inflazione non risalisse portando alla piena occupazione (secondo il principio della curva di Phillips).
La risposta alla domanda su esposta è semplicemente questa: perché i Trattati lo vietano! Ma non mi risulta che i Trattati UE siano leggi immutabili della fisica e dunque basterebbe una penna per modificarli. Nonostante ciò le politiche demenziali di austerità proseguono.
Ma se non creiamo neppure in deflazione denaro esente da qualsiasi debito, quando mai lo faremo? Più un’economia è ricca più necessità di base monetaria per funzionare. Altrimenti l’economia muore come un corpo senza sangue.
Signori ormai è chiaro. Siamo di fronte ai talebani della moneta. L’UE, per pura ideologia, uccide la popolazione europea rifiutandosi di cambiare le regole.
Le ragioni per cui ciò avviene le ho spiegate nelle mie denunce penali (la cessione di sovranità alla finanza) a cui rinvio, ma con questo articolo volevo unicamente narrarvi di una nuova forma di fondamentalismo, quella dei talebani della moneta.


(Occorre precisare che, tuttavia, un eventuale allentamento dell'austerità con crescente possibilità di fare spesa a deficit potrebbe innescare di nuovo un aumento di beni importati sbilanciando in negativo il saldo estero con conseguente impennarsi di debito privato (verso l'estero). Sarebbe opportuno, quindi, che l'eventuale maggiore disponibilità di spesa statale andasse a stimolare e consolidare l'industria italiana in modo da promuovere direttamente o indirettamente prodotti italiani su suolo italiano. Il risultato ottenuto sarebbe un rilancio della domanda aggregata interna soddisfatta dall'offerta endogena, un circolo virtuoso capace di moltiplicare il suo effetto aumentando il PIL più di quanto si possa aumentare il debito pubblico)

sabato 2 agosto 2014

Il triste epilogo dello Stato italiano - 1°parte

Dopo la lettera della BCE-Draghi dell'agosto 2011 che detta il programma di governo all'Italia e l'attacco speculativo ordito e organizzato dai rentiers eurocratici ai danni delle aziende di Berlusconi, costretto così a dimettersi antidemocraticamente, Monti viene nominato senatore a vita e quindi Presidente del Consiglio il 16 novembre 2011.
L'allarme nazionale, sbugiardato dal FMI e dai dati macroeconomici e poi dal doppiogiochista Fassina, fu che non ci sarebbero più stati soldi per pagare dipendenti pubblici e pensioni, solo il “professore” ci avrebbe potuti salvare, e che professore.........
Il governo Monti nel primo mese di vita ottiene l’approvazione del ddl che introduce nella Costituzione il pareggio di bilancio da parte della Camera (30 novembre) e del Senato (15 dicembre), in entrambi i casi all’unanimità.
Fine della spesa a deficit, ultimo barlume di sovranità monetaria.
Nel frattempo emana la manovra fiscale cosiddetta anticrisi che prevede un gettito di 30 miliardi di euro in tre anni e che viene approvata alla Camera (16 dicembre), a larga maggioranza.
Il secondo mese inizia con l’approvazione della manovra al Senato (22 dicembre), anche qui a larga maggioranza, e termina con l’approvazione alla Camera della risoluzione unitaria sullo stato della giustizia (17 gennaio).
Il terzo mese vede il varo di misure di liberalizzazione in vari settori economici (20 gennaio), l’approvazione alla Camera della Legge Comunitaria 2011 (2 febbraio) e il primo dei provvedimenti cosiddetti svuotacarceri (15 febbraio).
Nel quarto mese abbiamo l’approvazione del ddl cosiddetto milleproroghe 2012 (23 febbraio), il positivo passaggio al Senato del ddl sulle liberalizzazioni, la nascita dell’Authority sui trasporti e il riordino delle tariffe sull’energia (1° marzo).
Il quinto mese vede il varo della riforma del mercato del lavoro (23 marzo) e quello della riforma del catasto (16 aprile).
Tutta roba che potrà piacere o no, ma un bel mucchietto di roba.
Per salvarci?
Ma no, ce lo disse lui dall'estero (CNN), queste cose non vanno mai dette in Italia:


.we are actually destroying the domestic demand.......


Il governo Letta si insedia il 28 aprile 2013 e nel primo mese di vita blocca il pagamento della rata di giugno dell’Imu ed eroga i fondi per la cassa integrazione ordinaria e per quella straordinaria (17 maggio).
Il secondo mese inizia con l’approvazione del ddl per l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e il varo di un decreto-legge su alcuni bonus fiscali (31 maggio), mentre al Senato (3 giugno) e alla Camera (5 giugno) passa il decreto sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. Pochi giorni dopo l’esecutivo vara il cosiddetto decreto del fare che contiene misure anticrisi per il rilancio dell’economia e lo sviluppo del paese (15 giugno), mentre due settimane dopo è la volta della modifica alla Riforma Fornero (24 giugno).
Il secondo mese dell’esecutivo si chiude col decreto che blocca temporaneamente l’aumento dell’Iva (26 giugno) e con la presentazione del disegno di legge sull’occupazione giovanile grazie allo sblocco di 1,5 miliardi di euro dal fondo europeo (28 giugno).
Il terzo mese vede la presentazione da parte dell’esecutivo di un ddl costituzionale per l’eliminazione delle Province (5 luglio) e il suo impegno a portare in Parlamento ogni decisione relativa a spese militari (16 luglio), chiudendosi con l’approvazione alla Camera delle misure economiche d’urgenza proposte dal governo (26 luglio).
Il quarto mese ne vedrà l’approvazione anche da parte del Senato (7 agosto). Dopo pochi giorni il governo annuncia tagli per 50 milioni sulle auto blu del parco macchine della Presidenza del Consiglio e sugli aerei della flotta di stato (12 agosto). Due giorni dopo il Consiglio dei Ministri approva un decreto legge sul femminicidio (14 agosto), mentre di lì a due settimane è la volta di un decreto legge su pubblica amministrazione e precariato giovanile (26 agosto).
Il quinto mese l’esecutivo approva un decreto legge sul welfare dello studente, con agevolazioni sui libri di testo e provvedimenti per la tutela della salute a scuola (9 settembre).
Anche qui valga quanto sopra: saranno state iniziative sagge o no, utili o meno, ma certo non si può dire che il governo non abbia combinato niente.
Tutto sbagliato e nella direzione del governo precedente.

Veniamo ora ai primi cinque mesi del governo Renzi, il governo del vuotamente profondo e presunto italiano che si atteggia a uomo del fare.
Il suo esecutivo vede la luce il 22 febbraio di quest’anno e in cinque mesi e una settimana cos’ha combinato? Ha messo 80 euro nelle buste paga di qualche milione di dipendenti pubblici alla vigilia delle Europee, e ancora non si sa dove caverà la copertura, anzi ci sarà sicuramente una manovra di autunno, e che manovra......(si stimano 20-25 miliardi di €).
Le riforme costituzionali annunciate sono a zero, e così la legge elettorale.
Pubblica amministrazione? Jobs Act? Che altro?
È un governo che dichiara di incarnare il dinamicissimo modello del fare per fare, e che ha fatto?

Niente??????

No, tanto.

Il collaborazionista Renzi sta dialetticamente e definitivamente segnando i confini d'Italia come protettorato della finanza internazionale.

Niente più sovranità popolare, niente più sovranità monetaria, niente più welfare, Costituzione disattivata, niente più Stato.

Solo merce.

Siamo solo merce...............e molti sembrano esserne contenti.

Più inconsapevoli che incoscienti del fatto che la merce ha una data di scadenza.


(NB: il residuo ottimismo mi ha fatto apporre al titolo del post "1° parte", speriamo nella seconda....)



Fonte: http://malvinodue.blogspot.it/2014/07/un-cazzo-di-niente.html