lunedì 20 ottobre 2014

Convegno internazionale "EURO, MERCATI, DEMOCRAZIA"



L’8 e 9 novembre 2014 al Centro Congressi Serena Majestic di Montesilvano si svolgerà la terza edizione del convegno internazionale Euro, mercati, democrazia, organizzato dal Dipartimento di Economia dell’Università Gabriele d’Annunzio (DEC) e da a/simmetrie.
Parteciperanno: Alekos Alavanos (Plan B), Stefano Feltri (il Fatto Quotidiano), Piergiorgio Gawronski (SNA), Vladimiro Giacché, Claudio Borghi Aquilini (UCSC), Marcello Foa (USI, UCSC), Mario Giordano (Tg4), BrigitteGranville (Queen Mary University), Christopher Granville (Trusted Sources), Andrea Boltho (Magdalene College, Oxford University), Francesco Lippi (Università di Sassari e EIEF), Alberto Montero Soler (Universidad de Malaga), Michele Boldrin (Washington University of St. Louis), Andrea Pancani (La7), Riccardo Puglisi(Università di Pavia), Jacques Sapir (CEMI-EHESS), Fausto Bertinotti, Gianni Cuperlo (PD), Giorgia Meloni (FDI-AN), Matteo Salvini (Lega Nord), Andrea Colletti (M5S).
Il convegno ospiterà tavole rotonde sulla ripresa dei paesi periferici della zona euro, sulle esperienze storiche di smantellamento delle unioni monetarie e sul rapporto fra democrazia e sovranità economica. Una sessione sarà dedicata alla presentazione del modello di a/simmetrie e dei suoi scenari a medio termine.
Per tutte le informazioni sulle sessioni consultare il programma completo.

sabato 11 ottobre 2014

NON FACCIAMOCI DEL MALE

Oggi voglio parlare di un tema collegato a quello che ho già trattato in un'accezione più orientata all'economico-giuridico in questo post sulla corruzione di cui consiglio un'attenta lettura perché abbastanza connesso a quello che state per leggere.

Qualche giorno fa, in seguito a un mio post su facebook ci sono stati una serie di commenti relativi alla quasi irreversibile negativa natura del popolo italiano.
Prendo a prestito alcune frasi dei commenti perché esemplificative, in effetti la stragrande maggioranza della gente sostiene queste tesi:

(l'Italia è)Un paese di merda è tale perché è composto da troppa gente della medesima sostanza...
...non è "autorazzismo" (anche perché lo stai dicendo all'antirazzista per antonomasia) è semplicemente l'amara (amarissima in vero) constatazione della REALTÀ DEI FATTI fatta da chi, come me, ogni santo giorno (purtroppo) ha a che fare con tante persone che (te lo ASSICURO, ma non farmi perdere tempo e fegato a farti esempi e racconti), con il passare degli anni, si rivelano sempre più per quel che sono VERAMENTE al di là della facciata ovvero, come avevo sinteticamente espresso nel precedente post, delle MERDE. La loro natura fecale la estrinsecano in varie forme, dalla mera "ignoranza" nel senso più ampio del termine, al razzismo (loro sì), al meschino egoismo, alla mancanza di rispetto della basilari regole del viver civile ecc. TUTTO QUESTO determina, ripeto, il PAESE DI MERDA che è diventata l'Italia, le PERSONE DI MERDA. Se ora vuoi anche la soluzione... l'unica credo sia FAR STUDIARE SERIAMENTE qualche generazione e poi, FORSE, i nostri figli (probabilmente nipoti) potranno uscire da questo fosso. Un abbraccio...

Anch'io vivo situazioni simili, come più o meno tutti del resto, e anch'io talvolta sono preda di un istinto livoroso verso cose, persone, fatti.
In quei momenti, ve lo assicuro, sono potenzialmente molto più estremista del mio amico.

Perché è così?

Se penso alla constatazione della realtà dei fatti come l'amico sostiene, obiettivamente penso che i fatti siano l'effetto e non la causa.

Perché quotidianamente si è persa la dignità di rispettare arrogandosi il diritto di ricevere rispetto?
Perché la maleducazione ha preso il sopravvento?
Perché il popolo è totalmente in confusione in merito a diritti e doveri?
Perché se uno commette un reato il grado di certezza della pena è mediamente veramente basso, per legge?
Perché il controllore e il controllato sono enti o persone spesso sovrapponibili in maniera da annullare il controllo?
Perché la legge non è uguale per tutti?
Perché norme e regolamenti non sono per tutti?
Perché i giornali scrivono tutti la stessa cosa su tutto e quasi mai la verità?
Perché si fanno solo e si accettano leggi anticostituzionali senza alcuna sollevazione popolare?
Perché se faccio un post con una identità matematica o una equazione di primo grado il commento più gentile che ricevo sostiene che scrivo concetti difficili da comprendere?
...e potrei, potreste, proseguire ad libitum...

Io una risposta a tutte queste domande e alle altre non menzionate ce l'avrei, non è certo definitiva ma i link causa-effetto che ci prospetta al momento li trovo soddisfacenti.

È una risposta non banale e articolata che merita un piccolo excursus storico.

Ci sono due importanti momenti nella recente storia internazionale a livello socio-economico, il 1968 e il 1989.
Nel ‘68 c'è un movimento rivoluzionario e a guardarlo bene il movimento è antiborghese, ma non anticapitalistico. La borghesia era la classe che dettava le regole, i tempi della società, non in maniera equa ma nemmeno in maniera troppo sbilanciata. Rivolgendosi contro la borghesia si facilita l’avvento di un capitalismo senza borghesia. Non è un caso che i famosi “figli dei fiori” nati a Sausalito in California si è scoperto come, agli inizi, fossero finanziati da multinazionali e questo perché la lotta contro l’autorità è tipica del capitalismo che non vuole regole e regolatori, così è stato e così è. Il “fate l'amore non fate la guerra” si trasforma in breve in “liberi dalle regole”.
L’89 è l’altro momento decisivo, perché sotto il muro di Berlino viene sepolto anche quel ‘sogno di un’altra via” che segnava a livello simbolico la possibilità di pensare a qualcosa di altro rispetto al capitalismo.
Il capitalismo dunque impone solo sé stesso, annulla qualsiasi alternativa, ma non basta.
Esso si trasforma ulteriormente fino a divenire capitalismo finanziario, un potere concentrato nelle mani di pochi che oggi è arrivato ad abbattere gli ultimi bastioni, gli Stati e le loro Costituzioni democratiche, le loro leggi, le loro tradizioni.
Tutto diventa merce, anche il pensiero, tutto è possibile in nome del profitto, il denaro serve per generare altro denaro.

La società si è così rimodellata secondo questi nuovi criteri, siamo tutti più liberi di pensare e fare ciò che ci dicono di pensare, e quel fare è al solo scopo di consumare.

Il sistema non si basa su un progetto culturale, non si regge su verità, si basa solo sulla circolazione illimitata e fine a sé stessa della merce, su quel relativismo nichilista per cui puoi pensare tutto quello che vuoi, tanto è irrilevante.
Puoi dire che il mondo fa schifo, ma non si accetta sentirsi dire che si può trasformare.

Quindi si può dire che “l'Italia è un paese di merda fatta da pezzi di merda” ma non viene spontaneo, perché non accettato, dire che si può rimediare.
Farlo significa risalire alle cause dell'attuale delirio, la sconfitta delle regole democratiche, l'aberrazione di norme e regolamenti, l'annichilimento delle tradizioni quali selezioni secolari del buon senso popolare.

Nonostante ciò oggi gli italiani sono quello che sono ma non sono peggio degli altri, spesso sono migliori.

Dati alla mano non siamo i più corrotti, non siamo i più sanguinari, non siamo i più egoisti.
La storia ci dice che siamo stati tra i più coraggiosi, tra i più intraprendenti, tra i più innovatori.

Siamo un po' di tutto questo e non ci piace, è vero, non possiamo essere un esempio ma non può esserlo nessun altro popolo occidentale.
In effetti si, penso che siamo tra i più maleducati ma anche tra quelli che sanno amare di più.
In effetti la sensazione che quando vai all'estero, o meglio in altre specifiche nazioni portate come esempio, tutto funziona meglio è anche supportato dall'esperienza vissuta.

Poi, ancora una volta, passi tali Paesi al setaccio dei dati e dei numeri e scopri che hanno una disuguaglianza sociale maggiore della nostra (Germania), hanno una delinquenza maggiore della nostra (UK, Germania, Francia), sul welfare hanno tutti una Costituzione peggiore della nostra, hanno tutti un'aspettativa di vita inferiore alla nostra.

Non posso dire che siamo i migliori ma non c'è mediamente nessuno migliore di noi.

Perché dunque questa tendenza all'autodenigrazione, all'autorazzismo?

È il risultato di una propaganda criminale di un'oligarchia finanziaria che insieme a una crisi economica indotta lavorano per farci sentire inferiori, per imporci principi, riforme e leggi che altrimenti non avremmo mai accettato.

Lo dico io? Ma no, ce lo hanno detto in tempi non sospetti “loro” vedi qui e qui e se non avete voglia e tempo di andarvi a documentare eccovi le sintesi:

Un giorno ci sarà una crisi e saremo obbligati ad introdurre nuovi strumenti politici, oggi non proponibili” 04/12/2001 Prodi al Financial Times

Nell'Europa continentale, un programma completo di riforme strutturali deve oggi spaziare nei campi delle pensioni, della sanità, del mercato del lavoro, della scuola e in altri ancora.
Ma deve essere guidato da un unico principio: attenuare quel diaframma di protezioni che nel corso del ventesimo secolo hanno progressivamente allontanato l'individuo da CONTATTO DIRETTO CON LA DUREZZA DEL VIVERE, con i rovesci della fortuna, con la sanzione o il premio ai suoi difetti o qualità.” Padoa Schioppa 26/08/2003

Qualcuno obiettivamente può pensare che l'abbrutimento di un popolo sia un fenomeno che viene dal basso?
Qualcuno crede ancora che le rivoluzioni trovino origine dai movimenti popolari?

Quando, giustamente incavolati, inveiamo contro i nostri concittadini dobbiamo sapere che questo è esattamente ciò che è stato pianificato per noi: riavvicinarci alla durezza del vivere.

Che fare allora?
Quello che non ci si aspetta, cercare di rimediare, lottare per re-imporre i principi costituzionali, le norme, i regolamenti, le tradizioni.

Come lottare?
Partire da noi stessi, divulgare, diffondere, aggregarsi ma soprattutto convincere le cooptate classi dirigenti che se perdiamo noi perdiamo tutti, loro compresi.
Il cambiamento nella storia, per buona pace dei rivoluzionari di sinistra, è sempre dettato dai ceti medio-alti, quella borghesia che andava distrutta per avere campo libero.

Bisogna lottare per essere migliori.

Pare poco?
Meglio di restare passivi.

In fondo, poi, questo ripensamento generalizzato delle classi dirigenti non lo vedo troppo lontano, dopo un 25 luglio c'è sempre un 8 settembre....


Infine un Barroso DOC, sembra un altro argomento ma è lo stesso, pensateci bene:



Ad maiora