mercoledì 22 luglio 2015

Stairway to Hell: dall'UE, via €uro, al TTIP

Mi è capitato di leggere un articolo di Stefano Fassina, in cui l''ormai ex-PD esplicita chiaramente la tesi per la quale nell'€uro non c'è spazio per una sinistra, ovvero la constatazione di essere a un bivio, perseguire "la strada della con­ti­nuità vin­co­lata all’euro, ossia della ras­se­gna­zione alla fine delle demo­cra­zia delle classi medie", oppure intraprendere "il supe­ra­mento con­cor­dato, senza atti uni­la­te­rali, della moneta unica e del con­nesso assetto isti­tu­zio­nale, innan­zi­tutto per il recu­pero dell’accountability demo­cra­tica della poli­tica mone­ta­ria".
Argomenti arcinoti e assimilati da tempo dai lettori di questo modesto blog e soprattutto di quelli decisamente più illuminati e professionali.
Trovo condivisibile nell'articolo la riflessione per cui:"Ale­xis Tsi­pras, Syriza e il popolo greco hanno il merito sto­rico, inne­ga­bile, di aver strap­pato il velo della reto­rica euro­pei­sta e della ogget­ti­vità tec­nica steso a coprire le dina­mi­che nell’eurozona", e, aggiungerei, della natura ordoliberista stessa della UE.
Il buon Fassina si è svegliato, colpevolmente e in ritardo ma l'ha fatto, e ha cominciato un percorso politico di redenzione che gli permette di riconoscere i nessi di causalità delle problematiche presenti e di affrontarle, tuttavia, senza fare menzione di quelle prospettiche, per me terribili.


Dal concepimento della UE, il suo presente con l'€uro e la banca centrale indipendente, alla probabilissima imminente ratifica del TTIP, il percorso assomiglia a una vera scalinata verso l'inferno.

UE
Che progetto di unione fra Stati è quella che si basa sulla forte competitività tra di essi e il diabolico perseguire la stabilità dei prezzi come recita l'art. 3 par.3 del TUE?
Tale presupposto svela il reale obiettivo della UE, l'abolizione degli Stati nazionali che, notoriamente sono l'ultimo baluardo di protezione dei lavoratori contro il capitale.
D'altronde anche il famoso del manifesto di Ventotene del 1941, baluardo degli europeisti a ogni costo, si basava sul presupposto razzista che il male fossero gli Stati Nazionali.
Tale manifesto fu comunque superato in Europa nel secondo dopoguerra, periodo in cui gli Stati si erano strutturati in democrazie costituzionali pro welfare, ponendone in rilievo la centralità del conflitto di classe.
"Ed invece nel nome di "Ventotene", essenzialmente in Italia, si è arrivati alla deleteria proposizione che la moneta unica, cioè il paradossale presupposto per una obbligata lotta di competizione mercantilista tra gli Stati europei coinvolti, sarebbe stata meglio per conservare la pace dall'atavica aggressività tedesca", pace intraeuropea che, invece, è stata garantita per settanta anni dalla dislocazione di centinaia di basi NATO in Europa (più di cento solo in Italia).
Un delirio sinistro e sinistrorso.

€URO
Ormai chi vuole sapere sa quello che si è sempre saputo dal 1957 (Meade): l'adozione della moneta unica in Europa (area valutaria non ottimale) è dal punto di vista economico un clamoroso errore.
Non si trova un economista degno di questo generico titolo che possa sostenere il contrario.
Meade si muoveva in un contesto nel quale gli risultava visibile ciò che stavano sponsorizzando gli USA alla ricerca di un mercato di sbocco stabile per la propria sovraproduzione e metteva in guardia dal realizzare una unione monetaria senza aver prima realizzato una unione politica in una federazione di "Stati Uniti d'Europa", con trasferimenti fiscali annessi, oggetto dalla propaganda americana.
L'€uro, tuttavia, è stato un successo politico delle classi europee (e non) più ricche, infatti che fosse un errore lo sapevano anche i padri putativi, sapevano soprattutto che avrebbe creato crisi economiche tali da far accettare in tali disgrazie gli estremi rimedi proposti, le famose riforme strutturali necessarie a perseguire sempre lo stesso obiettivo, la riduzione dei poteri nazionali a vantaggio di quelli del "governo centrale".
Il problema è che il "governo centrale" europeo, controllato dal "capitale" non è un ente democraticamente eletto ma una società privata (banca) composta da soggetti privati (banche) che è padrone della emissione e della politica monetaria della €zona, la Banca Centrale Europea, capace di imporre le politiche ai governi fantoccio degli Stati aderenti sotto il ricatto monetario del meccanismo del debito.
Legato a tale meccanismo ricordo il MES (ESM in inglese) cioè il meccanismo europeo di stabilità che di fatto trasforma il debito privato verso le banche di uno Stato in debito pubblico degli altri Stati tramite l'istituzione di un fondo nel quale l'italia partecipa per circa il 18%.
Nell'€zona tutti gli squilibri di competitività delle economie dei vari Stati della UE possono essere compensate solo dalla diminuzione dei salari non avendo più le leve di politica fiscale (vincoli), politica valutaria (stessa valuta) e politica monetaria (BCE: ente privato e indipendente).
Sintesi: €uro = metodo di governo = fascismo = austerità.

TTIP
Il Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (in inglese Transatlantic Trade and Investment Partnership, TTIP), inizialmente definito Zona di libero scambio transatlantica (Transatlantic Free Trade Area, TAFTA), è un accordo commerciale di libero scambio in corso di negoziato dal 2013 tra la UE e gli USA.
Il working paper di Jeronim Capaldo chiamato "TTIP: Disintegrazione europea, disoccupazione, instabilità" ne parla chiaramente e con cognizione di causa, ecco la sintesi del lavoro fatta dallo stesso ricercatore:
"Il Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti – a detta dei suoi promotori– stimolerà la crescita in Europa e negli Stati Uniti.
Proiezioni fatte proprie dalla Commissione Europea indicano vantaggi netti positivi, anche se trascurabili, in termini di PIL e di redditi individuali. Il paradosso, per una politica economica sostenuta dalla CommissioneEuropea, è che le proiezioni mettono anche in evidenza che qualsiasi vantaggio si realizzi nelcommercio transatlantico esso avverrà a spese del commercio intraeuropeo, ribaltando il processo di integrazione economica europea.
Inoltre, studi recenti hanno messo in luce diversi problemi nelle più influenti valutazioni sugli effetti del TTIP mostrando che le varie proiezioni si basano sullo stesso Computable General Equilibrium model rivelatosi uno strumento inadeguato per l’analisi delle politiche commerciali.
In questo documento noi valutiamo gli effetti del TTIP utilizzando il Modello Globale di Politica Economica delle Nazioni Unite, che contiene ipotesi più accurate su aggiustamento macroeconomico, dinamiche occupazionali e commercio globale.
Secondo le nostre proiezioni il TTIP porterà a una contrazione del PIL, dei redditi personali e dell’occupazione. Inoltre riteniamo che esso porterà ad un aumento dell’instabilità finanziaria e ad una diminuzione costante della quota del lavoro nel PIL.
Valutato secondo il Modello delle Nazioni Unite, il TTIP sembra favorire la disintegrazione economica dell’Europa invece che la sua l’integrazione.
Come minimo, risulta evidente che gli studi ufficiali non forniscono una base solida per una
decisione consapevole sul TTIP."

Anche sul Fatto Quotidiano ritroviamo richiami al paper citato, invece qui troviamo una lucida riflessione di Bagnai che trae spunto dallo stesso documento.
Dal punto di vista giuridico, inoltre, lascia sgomenti la sostituzione dell’Investor-State Dispute Settlement (ISDS), il meccanismo di risoluzione delle controversie tra investitori e stato, con un nuovo sistema per garantire che le questioni siano trattate in modo trasparente da giudici professionisti e indipendenti, nominati dai poteri pubblici.
Questo sistema dovrebbe rispettare la giurisdizione dell’Unione europea e dei tribunali degli Stati membri e comprendere anche un meccanismo d’appello.
Giudici professionisti e indipendenti?
Cioè arbitri privati indipendenti, ma chi ci crede più alle favole, nominati dai poteri pubblici... quelli messi lì dalla Troika, vedi Monti, Letta, Renzi in Italia e tutto quel che accade in Grecia.
Con il meccanismo di giustizia privata vengono di fatto equiparate le multinazionali  agli Stati.
Multinazionali - Stati 10-0.


Conclusioni
L'intrecciarsi di opportunismi (USA), egoismi (Germania), ambizioni (Francia), furbe e stupide sudditanze (Spagna, Italia, Grecia), regola le sorti del vecchio continente ed è un male per tutti noi.
Come il "lavoro", il salto culturale dell'eterogeneo popolo europeo è meno veloce e flessibile del "capitale" espressione delle élite sovranazionali.
La compressione della democrazia scaturita dalle devastanti politiche di austerità, necessarie al rientro degli immani debiti privati delle banche, potrebbe far scoccare scintille sociali come da tempo non se ne vedono.
Il modello keneysiano pluriclasse indicato dalla nostra Costituzione ha in sé tutte le soluzioni di cui avremmo bisogno e nonostante ciò "...siamo al redde rationem, ma non verso la democrazia delle sovranità costituzionali, che non sono invocate da nessuno dei governi interessati (italiano in primis), e che quindi è fuori del panorama del potere politico-mediatico dominante e delle opzioni messe in campo da qualunque "referendum": piuttosto verso l'inevitabile rilancio liberoscambista che, come dose ulteriore dello stesso veleno, si sussegue ad ogni fallimento dell'internazionalismo neo-liberista e autoritario, contrabbandato da perseguimento della pace." (cit. orizzonte48)
Ci sarebbe, dunque, una remota possibilità che gli USA possano stimolare e favorire uno smantellamento ordinato dell'€uro al fine di permettere un recupero di parte del benessere perduto in Europa, con l'obiettivo di porre le basi di un miglior mercato di sbocco per i propri prodotti rafforzando al contempo il baluardo fisico-economico contro il sempre più solido blocco euro-asiatico. Ma il prezzo di questo novello piano Marshall si chiama TTIP e sarebbe egualmente terribile.

Non ho la sfera di cristallo ma in fondo alla scalinata farà molto caldo, molto e molto di più di questi giorni infuocati da Caronte, credetemi.

lunedì 6 luglio 2015

Brevi riflessioni post referendarie

Agli USA interessano TTIP, mercato lavoro=merce ed evitare saldatura industriale-commerciale Germania-Russia e quella geopolitica Grecia-Russia.
Ormai stufi perché UE sta distruggendo con austerity il mercato di sbocco dei propri prodotti, gli USA potrebbero mollare l'euro.
Un rabbioso tramonto dell'Euro se riescono a guidare UE su smantellamento ordinato per preservare obiettivi principali... (cit. Luciano Barra Caracciolo).
L'FMI ente di matrice USA, strategicamente da un paio di anni, riconosce i propri "errori"  e la Grecia e il suo referendum sono strumentali a quanto sopra ipotizzato.....
Ritengo che i vari Nobel USA-bazooka come Krugman e Stigliz servano a tale strategia-propaganda.
Se tale strategia non dovesse trovare attuazione allora molto probabile un conflitto militare in Europa (allargamento del conflitto ucraino?), se invece dovesse trovare attuazione ci sarebbe una probabilità di conflitto militare minore ma non nulla.
In ogni caso la Russia, con le truppe USA alle porte, ha deciso di non rimanere più a guardare...

Addendum delle 00:27
Alla luce di quanto esposto, un piccolo esercizio, trovate lo sponsor di Renzi che dice questo e quello dell'avversario interno D'Alema che dice questo.